Filomena Carnevale, chiamata con il vezzeggiativo di Mea, nacque a San Vincenzo Valle Roveto (AQ) l’11 aprile 1929 da Antonio Carnevale, pirotecnico, e Tersigni Rosaria, casalinga. Era la quinta di sei fratelli e fu battezzata il giorno dopo la sua nascita, il 12 aprile 1929, da Don Emilo Zeppa, parroco di San Vincenzo Valle Roveto di allora. Di umile famiglia riuscì a frequentare solo la seconda classe elementare e si rendeva utile aiutando la madre nel portare le poche pecore che avevano al pascolo e lavorando nei campi. Rimase a San Vincenzo Valle Roveto fino a 22 anni ma l’8 ottobre 1951 abbandonò tutto per trasferirsi a Roma per prestare servizi domestici. Qui ebbe una breve relazione con un suo conterraneo e nel 1953 tornò a San Vincenzo per qualche tempo dopo di che, nel dicembre dello stesso anno, tornò a Roma per essere ricoverata presso l’ospedale di Santo Spirito per essere operata al cuore e dove conobbe padre Angelo che l’avrebbe guidata spiritualmente per circa due anni. Era il tempo dei primi interventi al cuore e Mea raccontò che padre Angelo gli suggerì di non farsi operare, anzi di sparire, fuggire da quell’ospedale. Lei ascoltò padre Angelo e di notte, trafugando i suoi indumenti custoditi in un armadio, scappò via rifugiandosi presso la famiglia presso cui prestava servizio.
In seguito tornò a San Vincenzo ma per causa della sua malattia ben presto dovette nuovamente essere ricoverata presso l’ospedale di Sora. Fu qui che cominciarono le visioni con il Sacro Cuore e l’Immacolata e cominciarono a manifestarsi sul suo corpo le stimmate. Cominciò così il suo calvario che si concluse con la sua morte avvenuta il 17 marzo 1959.
“Visse povera, nascosta, contrastata e crocifissa”
Il Signore l’arricchì di tanti doni e ne fece uno strumento di sua misericordia, si immolò per la salvezza dei peccatori e per la santificazione dei Sacerdoti, annunciò con la passione di Cristo la sapienza della Croce. Sollevò tante anime riportandole nella luce di Dio, ricompose la pace nelle famiglie disgregate dall’egoismo e ottenne con la preghiera ed il sacrificio di sé grazie spirituali e corporali a tutti coloro che a lei ricorsero.
Oggi ella continua la sua missione dal cielo, come promise mentre era in vita.
Le sue spoglie mortali riposano nel piccolo cimitero di San vincenzo Valle Roveto dove giungono da ogni parte coloro che ritengono autentica la sua stigmatizzazione. Intorno al suo sarcofago non v’è segno alcuno di superstizione e di fanatismo.
E’ in corso il processo informativo della sua beatificazione.
Le foto riportate in questo sito sono state raccolte da opuscoli, libri e pubblicazioni.
Notizie e informazioni è possibile reperirle presso la Parrocchia di Santa Maria a San Vincenzo Valle Roveto (capoluogo) L’Aquila.
Don Domenico Buffone Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo
Tel 0863958196